Cos’è il Diabete? Qual è il ruolo dell’alimentazione nel diabete?
Il diabete è una malattia cronica caratterizzata da un eccesso di uno zucchero nel sangue, il glucosio. L’ormone che regola il livello di glucosio nel sangue è l’insulina, una sua mancata produzione o una sua inadeguata azione può comportare la presenza di diabete di tipo 1 o di tipo 2.
Il diabete di tipo 1 è caratterizzato dall’assenza totale di insulina causata da fattori genetici. Il diabete di tipo 2 è determinato da una ridotta produzione o insufficiente azione dell’insulina causata da una predisposizione genetica e/o da fattori ambientali quali sovrappeso, obesità quindi da un’alimentazione sbilanciata.
La costante presenza di valori di glicemia superiori alla norma aumenta il rischio di complicanze ai vasi sanguigni.
Le maggiori complicanze derivate dal diabete possono arrecare al paziente diversi danni che si dividono in: neurologici, renali, oculari, cardio-cerebrovascolari.
Le basi della cura del diabete sono l’educazione terapeutica, la dieta, l’attività fisica e i farmaci.
- L’educazione terapeutica consiste nel processo di insegnamento, da parte del medico, e apprendimento, da parte del paziente, di tutte quelle conoscenze che rendono il diabetico capace di gestire la malattia. Il paziente è il vero protagonista della cura e del risultato finale.
- Il ruolo dell’alimentazione nel diabete è essenziale per equilibrare il livello di glucosio nel sangue che dipende anche dai carboidrati (zuccheri) che vengono ingeriti. E’ fondamentale anche per evitare l’eccesso di peso corporeo che contribuisce alla resistenza dell’azione insulinica e quindi allo sviluppo del diabete tipo 2.
- L’attività fisica è importante in quanto contribuisce al calo di peso; fa consumare glucosio nei muscoli e, quindi, ridurre la glicemia; diversi studi confermano quanto l’attività fisica possa aumentare la sensibilità insulinica, correggendo quindi una delle cause del diabete; aumenta il colesterolo “buono” (HDL), riduce la pressione arteriosa migliorando i fattori di rischio delle complicanze croniche da diabete.
- I farmaci orali e alcuni farmaci iniettabili diversi dall’insulina (analoghi di GLP-1) sono in grado di aumentare la secrezione e/o la sensibilità insulinica. L’insulina sostituisce quella che manca in caso di sua carenza (soprattutto nel diabete tipo 1).
Il ruolo fondamentale dell’alimentazione nel diabete
La terapia dietetica va definita con un professionista e deve tenere conto di età, tipo di diabete e sua terapia, obiettivi di peso corporeo, preferenze alimentari, svolgimento di attività fisica o sport.
La dieta ideale per il diabete non è complessa o restrittiva.
Una attenzione particolare va riservata all’assunzione dei carboidrati che dovrebbero provenire da alimenti ricchi in carboidrati complessi e fibra alimentare, quali legumi, vegetali, cereali integrali e frutta.
Consigli per una efficace alimentazione:
- Consumare 5 porzioni al giorno tra ortaggi e frutta, variando sempre i colori.
- Preferire il consumo dei derivati dei cereali, pasta, pane, prodotti da forno rigorosamente integrali affinché le fibre contenuti in essi possano limitare l’assorbimento di glucosio.
- Utilizzare due/tre volte a settimana i legumi.
- Consumare almeno due porzioni di pesce magro a settimana.
- Preferire carni magre e bianche (manzo o vitello magro e pollo/tacchino).
- Bere una tazza di latte parzialmente scremato o scremato al giorno oppure uno yogurt magro.
- Assumere formaggi e latticini non più di due volte a settimana.
- Per cucinare o condire le insalate usare l’olio extra vergine di oliva evitando i grassi “saturi” come burro, strutto, panna, pancetta, etc.
- Tra le bibite preferire quelle “diet”, senza zucchero, da assumere eccezionalmente.
- Se si usano bevande alcoliche quali vino o birra, limitarne il consumo ad un bicchiere al giorno preferibilmente durante i pasti.
Due valori importanti per chi soffre di diabete sono l’Indice Glicemico ed il Carico Glicemico.
L’indice glicemico è un parametro che consente di valutare la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all’assunzione di determinati alimenti. Può essere influenzato da una serie di fattori come il contenuto di grassi e di proteine del pasto, il contenuto in fibre, il processo utilizzato per la produzione degli alimenti, il tipo e la durata di cottura. È espresso in percentuale e si rapporta alla velocità di aumento della glicemia causata da una stessa quantità di glucosio o di pane bianco. All’alimento di riferimento è assegnato il valore di 100.
L’Indice glicemico tiene conto solo della qualità dei carboidrati (complessi, quali pasta e pane, e semplici, quali frutta e zucchero da cucina) mentre la risposta glicemica dopo l’assunzione di un alimento è influenzata anche dalla quantità di carboidrati, per questo motivo è stato introdotto il valore del Carico Glicemico. Il carico glicemico valuta l’effetto sulla glicemia di un alimento basandosi sulle quantità effettivamente consumate. Di conseguenza è un parametro più adatto per calcolare il consumo quotidiano dei vari alimenti.
Quanto più è elevato il consumo di un alimento con basso IG tanto più evidente sarà l’aumento della glicemia. Al contrario, il consumo di una quantità ridotta di un alimento con IG elevato influenza la glicemia meno di quanto lascerebbe presumere il suo indice glicemico. Per questo nella pratica è molto più utile il Carico Glicemico.
In definitiva:
Molti alimenti con un indice glicemico basso sono integrali e ricchi di nutrienti come fibre, vitamine, minerali e altri componenti importanti per la salute, perciò è consigliabile inserirne molti nel proprio menù quotidiano. Tuttavia, è importante fare attenzione a rispettare le porzioni consigliate: anche i cibi sani, in quantità troppo abbondanti, possono far aumentare la glicemia. Viceversa, la dimenticanza di una porzione può provocare la comparsa di ipoglicemia (eccessivo abbassamento dello zucchero nel sangue).
Fonti:
Siditalia.it
Humanitas.it
Fondazioneveronesi.it
Diabete.com