Negli ultimi anni si è sentito parlare spesso dell’allergia al Nichel, scopriamo 12 accorgimenti alimentari utili per questa sindrome.
Innanzitutto che cos’è il Nichel?
Il Nichel è un metallo ed è un componente naturale della crosta terrestre. E’ spesso combinato con altri metalli (come ferro, rame, cromo e zinco) per formare leghe, a cui conferisce caratteristiche di durezza, resistenza alla corrosione e al calore. Impiegato, ad esempio, per la realizzazione di monete come il nichelino statunitense, prodotti di bigiotteria, pentole. In quest’ultime, la sigla 18/10 sta ad indicare che, nella lega utilizzata per la loro fabbricazione, il 18% è costituito da Cromo mentre il 10% da Nichel. Il Nichel è presente anche nelle batterie, nei prodotti cosmetici, in lacche e colori per la ceramica.
Ricerche condotte nell’uomo e negli animali indicano un suo ruolo nel metabolismo di alcuni ormoni, del glucosio e dei lipidi. Inoltre sembra coinvolto nel mantenimento dell’integrità delle membrane cellulari e della stabilità di DNA e RNA.
L’organismo umano richiede circa 100 microgrammi di Nichel al giorno. La carenza, causata da alcune condizioni come una sudorazione eccessiva, malassorbimento intestinale e stress, può indurre insufficienza epatica, problemi di crescita, problemi all’apparato riproduttivo, alterazioni del colore della pelle e peggioramento di anemie preesistenti.
Secondo le ultime stime, il 20% circa della popolazione Europea è allergica al Nichel, mentre in Italia si arriva al 32,1%, con un rapporto tra donne e uomini di 3:1. Nei bambini la prevalenza è di circa 16%.
Cosa vuol dire allergia?
Per allergia si intende una serie di reazioni causate dall’ipersensibilità del nostro sistema immunitario a determinate sostanze. L’allergia è caratterizzata dalla specificità verso una sostanza (definita allergene) e dalla velocità con la quale si manifestano i sintomi. Quest’ultimi possono essere molto variabili quali eczemi, orticaria, diarrea, gonfiore addominale, bruciore di stomaco ecc.
L’allergia al Nichel
Si manifesta in genere come un eczema locale e limitato alla zona di contatto con gli oggetti contenenti il metallo. Ad esempio: i lobi delle orecchie per gli orecchini, il polso per gli orologi, il collo per le collane.
L’esame diagnostico che permette di confermare l’ipotesi dell’allergia al Nichel è il Patch Test. E’ un test non invasivo che prevede l’applicazione di cerotti con gli allergeni sulla pelle. I cerotti vanno tenuti per 2 giorni. E la lettura della risposta, da parte dello specialista, può essere fatta dopo 3/4 giorni dall’applicazione.
A seconda della dose e della durata dell’esposizione, il Nichel può causare una varietà di effetti sulla salute, come malattie cardiovascolari, fibrosi polmonare e cancro del tratto respiratorio.
Sebbene i meccanismi della tossicità indotta dal Nichel non siano ancora chiari, un ruolo importante sembra sia dovuto allo stress ossidativo. Secondo alcuni studiosi, l’uso di molecole
antiossidanti può prevenire la neurotossicità e cancerogenicità indotte dal Nichel.
Il Nichel è presente nel suolo e nell’acqua, ed è assorbito dagli organismi viventi, piante e animali.
Il contenuto nei prodotti ortofrutticoli è in media quattro volte superiore a quello di carne, latte, latticini, uova e altri alimenti di origine animale. L’approvvigionamento quotidiano di Nichel è, infatti, al 50%, assicurato da cereali, legumi e frutta.
L’utilità di una dieta a basso contenuto di Nichel per soggetti affetti da Sindrome dell’Allergia Sistemica al Nichel è un tema decisamente incerto per diversi motivi. Innanzitutto
- la letteratura scientifica disponibile non è particolarmente approfondita.
Vi sono tabelle, derivanti da studi diversi, che riportano, per lo stesso alimento, quantità di Nichel molto differenti. Ciò è dovuto al fatto che manca la determinazione di una soglia che consenta di definire se un alimento sia ad alto o basso contenuto di Nichel.
- il contenuto di Nichel negli alimenti di origine vegetale può presentare variazioni in base a:
la quantità di Nichel presente nel terreno di coltivazione;
la parte della pianta che viene consumata: il Nichel tende a concentrarsi soprattutto nelle foglie;
l’età delle foglie che vengono consumate: l’accumulo di Nichel è maggiore nelle foglie più vecchie.
- il contatto con il Nichel può avvenire a prescindere dal tipo di alimento, tramite:
utilizzo di utensili, pentole e posate in leghe contenenti Nichel;
contatto prolungato di alimenti, specialmente quelli acidi, con le pareti di contenitori e pentole contenenti Nichel;
presenza di Nichel nell’acqua consumata;
Una dieta a basso tenore di Nichel è difficile da elaborare, ecco i 12 accorgimenti alimentari.
Evitare:
1) i cibi che hanno un elevato contenuto di nichel: cacao e cioccolato, legumi, cereali integrali (in particolare avena), pomodori, liquirizia, noci e mandorle;
2) i prodotti in scatole metalliche possono liberare Nichel a contatto con il cibo, specialmente se acido;
3) le pentole, padelle, tegami, utensili e posate in leghe contenenti Nichel potrebbero rilasciare ioni del metallo nel cibo, specie con cotture prolungate e in presenza di alimenti acidi;
4) la prima acqua che fuoriesce dal rubinetto è potenzialmente ricca di Nichel. Sarebbe opportuno lasciarla scorrere per almeno una decina di secondi.
In quantità modesta:
5) patate, cipolla e aglio;
6) tè e caffè;
7) se si preparano verdure a foglia è sempre preferibile scegliere foglie giovani, scartando le più vecchie.
Liberamente:
8) radicchio, indivia, songino (valeriana), finocchi, melanzane, zucchine, peperoni, cetrioli, barbabietole; alcuni tipi di frutta fra cui anguria, mele, melone, agrumi, pesche, banane, fragole, uva;
9) latte e latticini.
10) tra i cereali è possibile consumare prodotti a base di cereali raffinati, riso bianco, cereali PERLATI, farina 00.
11) Carne, pesce e uova possono essere consumate senza problemi, fatta eccezione per alcuni pesci come tonno, aringa, sgombro, salmone, bivalvi, mitili, platessa e crostacei;
E’ utile sapere che:
12) La vitamina C, il succo di agrumi, il latte ed il ferro possono ridurre l’assorbimento di Nichel;
Conclusioni
Date le difficoltà nel definire una dieta opportuna, è assolutamente da evitare il fai-da-te. E’ di estrema importanza la diagnosi di allergia sistemica al Nichel eseguita in un centro allergologico e non tramite test di dubbiosa efficacia.
Stilare una tabella degli alimenti da escludere può comportare il rischio di incorrere in eliminazioni non necessarie e potenzialmente dannose.
Infatti, finché non saranno disponibili dati ulteriori, la dieta a basso contenuto di Nichel per manifestazioni di dermatite sistemica in soggetti patch positivi dovrà essere proposta solo in pazienti attentamente selezionati: in soggetti con dermopatia estesa e cronica di tipo allergico e sensibilizzazione da contatto al Nichel quando sia chiara una dimostrata dipendenza fra dieta e manifestazioni cliniche.
Fonti:
fondazioneveronesi.it
humanitas.it
issalute.it