La maggior parte delle persone crede che i soggetti obesi siano solo quegli adulti che non riescono a reggersi sulle proprie gambe, purtroppo l’obesità arriva molto prima, anche nelle prime fasi di vita, scopriamo l’obesità pediatrica.
L’obesità pediatrica
La definizione di sovrappeso/obesità si basa sull’uso dei percentili, del rapporto peso/lunghezza o dell’indice di massa corporea a seconda del sesso e dell’età. Nel bambino fino a 24 mesi la diagnosi si basa sul rapporto peso/lunghezza, utilizzando le curve di riferimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2006, mentre nelle età successive si basa sull’uso dell’Indice di Massa Corporea (IMC= peso/lunghezza*lunghezza) utilizzando le curve di riferimento OMS 2006 fino a 5 anni e OMS 2007 dopo i 5 anni.
Siedp.it (Società Italiana Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica)
Cosa sono i percentili?
Le tabelle dei percentili sono grafici costruiti prendendo un campione rappresentativo di migliaia di bambini della stessa età e dello stesso sesso. Come se fossero pesati e messi in fila, dal più minuto al più robusto, questi bambini vengono poi divisi in 100 gruppi. Ciascun piccolo gruppo corrisponde ad un “centile”. La curva del grafico che corrisponde al 50° percentile rappresenta la “media” della popolazione.
Facciamo qualche esempio: un bimbo al 6° percentile per l’altezza significa che, su 100 bambini della stessa età, 6 sono alti come lui e 94 sono più alti di lui. Una bambina al 52° percentile per il peso significa che 52 bimbe su 100 della sua età pesano come lei e 48 più di lei.
Quando l’IMC del bambino varia tra l’85° e il 95° percentile si tratta di sovrappeso, di obesità quando è superiore al 95° e di obesità severa quando supera il 120° percentile.
I dati dei percentili vanno sempre interpretati dal pediatra che tiene in considerazione il peso e l’altezza alla nascita, l’età gestazionale, l’altezza e la costituzione dei genitori, lo stato di salute del bambino.
Ogni bambino ha i suoi tempi e un suo modello di crescita: solo il medico può valutare se procede nella normalità, o se si sospetta un disturbo dell’accrescimento.
L’obesità infantile
Secondo dati Istat nel biennio 2017-2018, in Italia si sono stimati circa 2 milioni e 130 mila bambini e adolescenti in eccesso di peso, pari al 25,2% della popolazione di 3-17 anni. Le percentuali sono particolarmente elevate in Campania, Calabria, Sicilia e Molise. Anche con riferimento alle abitudini alimentari, sempre secondo stati Istat, appare evidente l’influenza delle caratteristiche socioculturali dell’ambiente familiare. Più elevato è il titolo di studio conseguito dai genitori più accurato è l’aspetto nutrizionale dei bambini.
L’obesità adolescenziale
Sempre più adolescenti soffrono di patologie conseguenti all’obesità sinora sconosciute nell’infanzia, come ipertensione, dislipidemia e diabete di tipo 2. Inoltre, a causa dello stigma della società contro l’obesità, molti adolescenti obesi hanno una scarsa immagine di se stessi e diventano sempre più socialmente isolati.
I fattori che influenzano l’obesità tra gli adolescenti sono gli stessi di quelli tra gli adulti. I genitori spesso temono che l’obesità sia il risultato di alcune malattie endocrine, come l’Ipotiroidismo o l’Ipercortisolismo, ma tali disturbi sono raramente la causa. La diagnosi deve essere supportata da esami strumentali e specifiche indagini genetiche. Nella maggior parte dei casi la causa è esterna (consumare troppe calorie e/o una dieta di scarsa qualità), spesso associata a uno stile di vita sedentario.
I rischi connessi all’obesità possono essere quindi contrastati con il controllo del peso, attraverso corretti stili di vita ed una dieta equilibrata.
La chiave per la prevenzione dell’obesità?
Cominciare sin dalle prime età della vita. I primi 1000 giorni di vita (gravidanza e primi due anni di vita) sono un periodo cruciale per la salute futura. La letteratura scientifica ha dimostrato che ciò che accade in questo periodo può influenzare la predisposizione a varie malattie nelle età future. Allattamento al seno, svezzamento secondo le raccomandazioni nazionali, esclusione di sale e di zuccheri aggiunti sono alcune tra le regole principali che i bambini devono seguire nei primi due anni di vita per prevenire sovrappeso e obesità e patologie ad esse correlate.
La regola principale per tenere lontani sovrappeso e obesità pediatrica inizia da una adeguata alimentazione ed educazione della famiglia.
- Una colazione sostanziosa a base di latticini, cereali e cacao.
- Evitare eccessivi spuntini pieni di zuccheri come merendine, gelati, succhi di frutta e torte.
- Durante i pasti cercare di ridurre salumi, fritti, condimenti eccessivamente grassi, bevande gassate ed i dolci .
- Alternare il consumo di proteine assumendo carni magre come pollo, tacchino, pesce bianco, manzo magro, uova e raramente formaggi.
- Assumere verdura e frutta fresche e di stagione per ogni pranzo e cena.
Inoltre:
Sarebbe bene abituare il bambino a giocare all’aperto e a praticare attività fisica, rispettare i ritmi di sonno e veglia, limitare a 2 ore al massimo l’utilizzo quotidiano di televisione, computer e videogames durante il tempo libero, fino ad un massimo di 8 ore alla settimana. Infine, è consigliabile evitare di mettere davanti alla televisione bambini di età inferiore ai 2 anni d’età.
In definitiva:
La correzione precoce dell’eccesso ponderale quindi dell’obesità pediatrica, prevede la necessità di riconoscere con tempestività sia il sovrappeso sia l’obesità. L’estrema sensibilità dell’organismo nelle prime età all’azione dei fattori che modulano la suscettibilità a determinate patologie evidenzia l’assoluta importanza dell’azione preventiva sin dalla nascita.
Fonti:
Siedp.it (Società Italiana Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica)
Istat.it
Msdmanuals.it
Sip.it (Società Italiana Pediatria)